Analisi di bilancio per flussi: come funziona
Effettuare un analisi di bilancio ha lo scopo di prendere in considerazione i cambiamenti relativi alla disponibilità finanziaria di un’azienda in un determinato periodo di tempo. Solitamente inizia con lo studio del bilancio dell’esercizio e dei bilanci infra-annuali, con quelli previsionali e dei dati che da esso se ne ricavano. Per giungere ad un risultato ottimale, gli esperti si avvalgono di una tecnica che viene chiamata analisi per flussi.
Le tipologie di flussi nell’Analisi di Bilancio
Come anticipato, l’analisi per flussi è essenziale ai fini dell’analisi di bilancio. Prima di procedere con lo studio dell’analisi è opportuno individuare il significato di flussi e quale sia la loro funzione.
Il termine flussi, in economia aziendale, fa riferimento a quella specifica variazione indicata con l’aumento o la diminuzione di un determinato gruppo di valori (detto stock) individuabile in una classe oppure in un elemento patrimoniale singolo.
Per rendere ancor più chiaro il concetto è opportuno distinguere due tipologie di flussi:
- economici: relativi alle variazioni determinate dalla gestione dei redditi, nonché dai ricavi di competenza e dai costi;
- finanziari: relativi alle variazioni delle liquidità, quindi dei crediti e debiti a breve scadenza.
Quali sono le differenze tra redditi monetari e non monetari e le relative componenti
I flussi di tipo finanziario e quelli economici non sono esattamente sovrapponibili e presentano delle differenze sostanziali.
Infatti, quelli economici emergono dall’analisi del conto economico dal quale viene ottenuto un risultato astratto.
Quest’ultimo non viene però tradotto in maniera complessiva in una variazione, ovvero nel flusso, delle risorse di tipo finanziario.
Ciò che accade partendo dal flusso economico complessivo (il passaggio dal reddito di esercizio) al flusso di risorse finanziarie nascente dalla gestione di redditi, richiede un calcolo particolare. Il calcolo fatto è sulla base delle differenze tra le componenti di redditi monetari e non monetari.
- componenti di redditi monetari: costi e ricavi calcolati sulla base delle variazioni delle liquidità. Parliamo quindi dei debiti e crediti a breve scadenza come, per esempio, le spese effettuate per acquistare merci o materie prime e il ricavo ottenuto dalla vendita di prestazioni o dei beni;
- componenti di redditi non monetari: costi e ricavi che non consentono di osservare sul lungo periodo delle variazioni finanziarie sulla disponibilità di liquidità o sui crediti e debiti a breve scadenza. Quelli che vengono definiti costi monetari possono essere individuati negli ammortamenti oppure nelle quote nette TFRL non destinate ai fondi pensionistici e maturate nel corso dell’esercizio.
Componenti di reddito monetari e non monetari: perché distinguerli?
Distinguere componenti di reddito monetari e non monetari è fondamentale. Questo perché la loro presenza prevede la distinzione tra il reddito di esercizio e l’importo del flusso. Quest’ultimo si genera dalla gestione del reddito.
Gli utili di un esercizio non coincidono, infatti, con un incremento di liquidità netta o di attività liquidabili.
Allo stesso modo, la perdita di esercizio non ha sempre come conseguenza la diminuzione di disponibilità monetaria o di crediti (oppure aumento di debiti).
Il rendiconto finanziario
Considerando le impostazioni dei principi contabili in vigore a livello nazionale e internazionale, l’analisi dei flussi deve essere realizzata seguendo il rendiconto finanziario secondo il criterio di liquidità.
Tale rendiconto è anche detto criterio finanziario o delle disponibilità monetaria netta.
Prima del 2014 i principi contabili prevedevano la possibilità che il rendiconto finanziario fosse redatto seguendo il criterio del capitale circolante netto. Quest’ultimo è stato abolito poiché obsoleto e pertanto attualmente non risulta particolarmente utile alle imprese per via della sua complessità.
Non solo, rispetto alle prassi internazionali questo presentava delle discrepanze.
Rendiconto finanziario e Bilancio di esercizio
Spesso capita di pensare che il rendiconto finanziario sia una parte fondamentale del bilancio di esercizio.
Tuttavia, ciò che costituisce il bilancio sono la nota integrativa, il conto economico e lo stato patrimoniale.
Il rendiconto finanziario, infatti, è un documento incluso già nella nota integrativa nella sezione in cui vengono elencati i movimenti finanziari.
Secondo i principi contabili nazionali, il rendiconto finanziario deve essere utilizzato secondo il criterio di liquidità.
I principi contabili internazionali, invece, lo includono tra i documenti obbligatori del bilancio, pertanto incluso nella nota integrativa.
In qualunque caso, il prospetto deve seguire il criterio della liquidità.
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