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Auto aziendale: come funziona, vantaggi, tassazione

Quante volte abbiamo sentito un amico o conoscente lamentarsi perché costretto ad utilizzare il proprio mezzo di spostamento come auto aziendale?
Sempre più persone percorrono
molte migliaia di chilometri all’anno per esigenze aziendali utilizzando la propria automobile.auto fumetto 

Una delle soluzioni che da molti anni sta portando i suoi frutti, in fondo, è banale: l’auto aziendale.
Tramite questa formula infatti si può utilizzare una vettura che resta di proprietà dell’azienda o del datore di lavoro per tutto quello che riguarda il proprio lavoro e gli spostamenti che ne derivano.


Cos’è l’auto aziendale

A grandi linee l’auto aziendale rappresenta un mezzo posto a disposizione del dipendente dal datore di lavoro, che conserva la qualità di unico proprietario, per tutto quello che concerne gli spostamenti per ragioni aziendali.
Tutte le incombenze economiche potranno essere stipulate di comune accordo, ma spesso si ricorre a contratti di leasing o noleggio a lungo termine.

L’auto aziendale, infatti, entra in gioco quando i chilometri da percorrere per il dipendente non sono più economicamente sostenibili da parte del datore di lavoro.
Quest’ultimo, senza la soluzione dell’auto aziendale, sarebbe costretto a rimborsare tutti i chilometri percorsi dal dipendente.

 

Utilizzo auto aziendale

L’auto aziendale ha due modalità di utilizzo: 

  1. L’uso lavorativo in cui il lavoratore è disposto a prendere e utilizzare la macchina aziendale allo scopo di svolgere unicamente mansioni di lavoro. L’auto verrà quindi utilizzata sostanzialmente per tutti i viaggi di lavoro e le varie commissioni che esulano dai normali spostamenti rimborsabili dal datore di lavoro.
  2. L’uso lavorativo e privato, che sta lentamente espandendosi anche in Italia, dove viene concepito anche l’uso personale fuori gli orari di lavoro.

autoIn questa seconda configurazione quindi, il dipendente riceve in qualche modo un benefit anche sotto il profilo economico.

Il cosiddetto uso promiscuo dell’auto aziendale prevede quindi l’utilizzo da parte del lavoratore di un’auto che non presenta spese di manutenzione relative al bollo, all’assicurazione, alla rata del leasing. L’unica prerogativa del dipendente sarà quella relativa al costo del carburante quindi.


Tassazione auto aziendale


L’argomento relativo alla tassazione merita un’attenzione particolare da parte di chi si avvicina all’utilizzo dell’auto aziendale.

In sostanza, quante tasse occorre pagare? Bisogna partire dal presupposto che l’utilizzo di un’auto aziendale in modo promiscuo è assoggettato alla tassazione Irpef.
Fa infatti parte della retribuzione indiretta o in natura, che dir si voglia.

Il valore riferibile alla tassazione si basa sulle caratteristiche della vettura. Bisogna infatti conteggiare ogni dettaglio partendo prima dal modello e poi procedere con l’inserimento dei dati relativi alla cilindrata ed ai cavalli di potenza. Questi ultimi sostanzialmente rappresentano il valore principale dell’auto, ma anche il vantaggio economico ricevuto dal dipendente da parte del datore di lavoro. 

Le tabelle stilate dall’ACI disponibili in Gazzetta Ufficiale, contengono, classificate per tipologia di auto, il valore del benefit calcolabile in busta paga su cui basare la tassazione e i contributi previdenziali.
Volendo fare un primo raffronto, la regola di base prevede una tassazione del 30% calcolabile sul costo di percorrenza che solitamente viene fissato a 15.000 chilometri annui. 

Per fare un esempio: il calcolo della tassazione per un’Alfa Romeo Giulietta con motore 1,4 Multiair da 150 cavalli a benzina è di 195,22 euro al mese.
Il calcolo è stato effettuato moltiplicando il valore fornito in tabella di 52,06 euro x 15.000 km, ottenendo 7.809 euro ai quali è stata applicata una tassazione fiscale del 30%.
Si ottiene quindi un valore di 2342,64 euro che suddiviso mensilmente restituisce il valore di cui sopra.

auto verde


Veicoli Green

Com’è noto, i veicoli immatricolati dopo il 1° Gennaio 2020 ricevono un trattamento differente. Oltre a questi anche i veicoli sui quali viene stipulato un contratto di fringe benefit dopo il 1° Luglio 2020 la legge introduce una base imponibile diversa che utilizza come strumento di tassazione le emissioni prodotte. 

L’obiettivo, in questo caso è quello di spingere verso l’utilizzo di veicoli meno inquinanti tassando di più quelli con un impatto ambientale maggiormente gravoso.
I veicoli, quindi, che emettono fino a 60g per chilometro di anidride carbonica la base imponibile è del 25%.
Per quelli che superano tale base arrivando a 160 grammi di Co2 si calcola il 30%.
Arrivando ai 190 grammi per chilometro percorso si calcolerà invece il 40%. L’ultimo caso riguarda i veicoli che superano la soglia dei 190 grammi di Co2 per chilometro percorso con un 50% di tassazione.

7 Settembre 2021

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