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Clienti che non pagano: come tutelarsi e gestire i mancati pagamenti

 

Il recupero dei crediti è uno dei più grandi problemi che affligge le aziende italiane; è pertanto molto importante sapere come fare per tutelarsi dai mancati pagamenti dei clienti.

Sicuramente ci si può affidare alla tutela giudiziaria ma, considerando le tempistiche e i costi dei procedimenti, è sicuramente meglio concentrarsi sulleclienti e fornitori azioni preventive. Ma che cosa sono? Lo dice la parola stessa: sono tutte quelle strategie che sono volte a prevenire l’insolvenza dei debitori.

Infatti tutelarsi dai clienti che non pagano significa più che altro prevenire, piuttosto che curare successivamente.
Una problematica dei mancati pagamenti ‘non previsti’ si riversa anche sul calcolo del cashflow, che potrebbe discostarsi dalle aspettative.

Vediamo insieme alcuni rimedi pratici per rendere difficile la vita al debitore sfuggente e scoraggiarlo dal porre in essere comportamenti illeciti.

La prova del credito

Una problematica piuttosto comune deriva dalla prova del credito, che, per legge, non deve essere per forza scritta. Questa regola fa sì che risulti più difficile procurarla se è passato molto tempo. D’altronde, i contratti possono essere conclusi anche verbalmente, anche se sarebbe sicuramente consigliabile disporre sempre di una prova scritta in tal senso.

Per quanto riguarda le email, queste vengono spesso impiegate negli incarichi professionali e negli scambi commerciali. 

L’email ordinaria, però, non ha alcun valore probatorio se contestata dall’altra parte, di fronte al giudice. Proprio per questo motivo è necessario comunicare sempre tramite posta elettronica certificata o fax. 

Nonostante ciò, la dottrina sta riconoscendo, con il passare del tempo, maggior valore anche alle email ordinarie.

Infatti, queste ultime, sono in grado di dimostrare atti o fatti se integrate da altri elementi probatori. Un esempio è rappresentato dalla risposta, quindi il debitore che ha risposto ad un’email non può contestarla, dato che l’ha ricevuta. Ottima prova per eventuali mancati pagamenti!

 


L’importanza dei testimoni per i mancati pagamenti

Quando non si sottoscrive un contratto scritto, può essere utile che la presa in carico degli accordi, o l’esecuzione degli stessi, venga effettuata in presenza di terzi, che possano testimoniare e confermare l’avvenuta esecuzione dell’obbligazione, in caso di giudizio. 

 

Nonostante ciò, non bisogna mai cullarsi sulla prova del testimone, soprattutto se questo è labile, volubile e legato da un rapporto d’amicizia. Anche per questo è sempre meglio avere della documentazione scritta.

Registrazione della conversazione

Molti non sanno che è possibile registrare conversazioni all’insaputa degli altri in luoghi neutri, ovvero non nel luogo di lavoro o nel domicilio del soggetto ignaro. 

 

La possibilità di fare ciò è subordinata all’utilizzo delle registrazioni nell’eventualità di un giudizio relativo al recupero di crediti. Quindi, in caso di assenza di testimone o di contratto, è possibile optare per aprire il cellulare e avviare l’app di registrazione vocale. 

Questa piccola accuratezza potrebbe essere un’arma a tua favore in caso di mancati pagamenti.

 


Doppia firma del contratto 

La nullatenenza è probabilmente il più grande problema relativo ai mancati pagamenti. Infatti, se un soggetto non ha nulla intestato a sè stesso, difficilmente potrà subire le conseguenze del proprio inadempimento.

 

Per combattere questo fenomeno può essere utile disporre di un altro soggetto su cui rivalersi, facendo ricorso all’espediente della doppia firma. 

 

Ciò significa che un altro soggetto, diverso dal debitore originario, andrà ad obbligarsi con quest’ultimo nel pagamento del prezzo, perciò il creditore potrà rivolgersi ad entrambi nell’esigere il credito. mancati pagamenti

La forma più comune di garanzia di questo tipo è la fideiussione, dove un garante terzo si impegna a pagare se il debitore non lo farà personalmente. In questo caso, però, il fideiussore interverrà solamente in un secondo momento, in via eventuale. 

Sicuramente una soluzione del genere può ridurre il rischio dell’impossibilità di agire sul debitore originario, anche perché il garante dovrà dimostrare la propria solvibilità.


Indagare sul cliente prima di mancati pagamenti

Quando si procede al pignoramento, la prima cosa da fare è capire dove lavora e dove risiede il debitore. 

Il nostro consiglio è di fargli in anticipo qualche domanda di questo tipo. L’esistenza di un reddito fisso è sicuramente un elemento che assicura al creditore la possibilità di effettuare un pignoramento dello stipendio.

Indagare sul cliente significa soprattutto non dar credito a clienti che non sono capaci di offrire garanzie, in particolar modo se parliamo di somme elevate. 

Se il cliente è dotato di partita IVA, è possibile effettuare ulteriori indagini, magari controllando se questo è fornito di email di posta elettronica certificata. 

Infine, è possibile anche effettuare delle verifiche alla Camera di Commercio in merito alla situazione protesti.

 

 

Cauzioni, acconti e cambiali

Cauzioni, acconti e caparre possono ridurre il danno derivante da insolvenza. Farsi versare un acconto non significa apparire deboli di fronte al debitore, ma piuttosto ci si dimostra sicuri del fatto che il cliente rimarrà soddisfatto del proprio servizio una volta erogato.

 

Talvolta, per garantire un credito si fa firmare al debitore una cambiale o un assegno postdatato.
Quest’ultimo, però, può essere riscosso solamente a seguito della data di scadenza riportata sullo stesso, mentre la cambiale sconta, al momento dell’acquisto, l’imposta di bollo.

 

 

 

30 Settembre 2021

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