Margine di tesoreria: che cos’è e come si calcola
Il margine di tesoreria è uno dei dati più importanti da tenere sotto controllo nella gestione di un’azienda perché permette di valutarne lo stato di benessere.
Nello specifico, il margine di tesoreria consente di capire se l’azienda è in grado di far fronte a tutte le spese di gestione che devono essere sostenute affinché questa possa continuare ad essere produttiva.
Ogni impresa periodicamente deve sostenere molti costi, come il pagamento degli stipendi dei dipendenti e delle varie utenze, come l’energia elettrica o l’affitto di un fondo.
Questi rappresentano costi di gestione che devono essere coperti periodicamente e con una certa frequenza per permettere all’azienda di poter proseguire nello svolgimento della sua attività.
Devi richiedere un nuovo finanziamento per far fronte a costi improvvisi? Ti servirà calcolare prima il margine di tesoreria.
Vediamo quindi nel dettaglio che cos’è e come si calcola.
Come si calcola il margine di tesoreria e ogni quanto deve essere calcolato
Per quanto riguarda le tempistiche, il calcolo del margine di tesoreria deve essere oggetto di analisi una volta ogni dodici mesi.
Questo perchè l’indice ottenuto fa riferimento ad un lasso di tempo la cui durata tende ad essere breve.
Effettuare l’analisi su un quantitativo temporale superiore all’anno potrebbe essere un errore che non permetterebbe l’adozione di misure sufficientemente corrette per la gestione aziendale.
Il margine di tesoreria è frutto di un calcolo che prende in considerazione tre valori.
- liquidità immediate, ovvero le entrate ed i possedimenti dell’impresa in quel preciso momento.
In questo caso rientrano due elementi già presenti nelle casse aziendali:
– le somme di denaro frutto della vendita dei beni e servizi ai clienti, che rappresentano appunto un’entrata tangibile di cui l’impresa dispone
– i depositi presenti nei conti correnti, denaro al quale l’azienda può attingere in un determinato momento per far fronte ai vari costi di gestione - liquidità differite, in questo caso occorre prestare la massima attenzione alle varie entrate di questa tipologia, proprio per evitare di compiere errori durante lo svolgimento del calcolo preventivo.
Parliamo di entrate che hanno valore entro l’anno. Un cliente che deve pagare a Marzo un bene acquistato a Gennaio, permette di ottenere una liquidità differita che verrà calcolata durante quell’anno in corso.
Oltre alle future entrate economiche bisogna aggiungere alle liquidità differite anche i vari rimborsi assicurati, i sussidi ed altre entrate da riscuotere nel corso dell’anno, le quali contribuiscono a creare un valore positivo per l’impresa. - Alla somma delle due tipologie di liquidità occorre invece sottrarre il frutto dell’addizione delle passività ricorrenti.
Parliamo di tutti i costi che l’azienda deve sostenere nel corso dell’anno e tenere sotto controllo (rimborso di un prestito o pagamento dei propri dipendenti).
Dalla sottrazione delle passività dalle liquidità si ottiene il margine di tesoreria, che può essere positivo o passivo e che costituisce un dato molto importante per le successive scelte nella gestione dell’azienda.
Come interpretare i dati
Quando c’è un margine di tesoreria positivo l’azienda gode di buona salute e tutte le spese possono essere sostenute senza far ricorso a fonti esterne.
In questo caso occorre prendere in considerazione il calcolo degli imprevisti, sempre dietro l’angolo. Un cliente debitore rappresenta il classico imprevisto da evitare per non incorrere in situazioni critiche.
E’ consigliato aggiornare il calcolo del margine per valutare se questi imprevisti hanno avuto un cattivo impatto sull’impresa.
Se il dato del margine di tesoreria è negativo il cash flow potrebbe non essere sufficiente per recuperare i costi.
In questo caso, grazie a buoni finanziamenti, è possibile far fronte a debiti o situazioni difficili. Con l’aggiunta di strategie ben ponderate è possibile far tornare positivo quel dato.